E’ stato approvato in Consiglio dei ministri il Ddl costituzionale che trasferisce a Roma Capitale la potestà legislativa su 11 materie. Una legge ordinaria sostanzierà l’autonomia e stabilirà le risorse. L’articolo 114 della Costituzione viene integrato con due commi. Il primo elenca le materie oggi di competenza regionale, sia quelle di competenza concorrente sia quelle di competenza residuale, su cui viene riconosciuto a Roma Capitale il potere di legiferare: ordinamento legislativo, trasporto pubblico locale, urbanistica e governo del territorio, commercio, artigianato, turismo, polizia amministrativa locale, valorizzazione dei beni culturali, servizi e politiche sociali, edilizia residenziale pubblica. Il secondo comma, dalla gestazione più complessa, affida a una legge ordinaria il compito di definire le funzioni non legislative, ma cruciali, in grado di sostanziare davvero l’autonomia, anche finanziaria, della città.
Al termine del Consiglio dei ministri, la ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha dichiarato: «Con questo disegno di legge costituzionale Roma Capitale non sarà la 21esima Regione d’Italia, ma un quid unicum, cioè un ente territoriale che non è assimilabile a nessun altro ente territoriale come il Comune, la Provincia, la Città metropolitana, la Regione. Finalmente a Roma viene riconosciuta la centralità che ha sempre avuto nella storia».
All’indomani del varo in Consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale su Roma Capitale, il sindaco Roberto Gualtieri promuove il metodo che ha portato alla stesura condivisa del testo con governo e Regione, e avverte: «Ora bisogna portare a termine questa riforma storica. Per questo il Ddl dovrà viaggiare in parallelo con la legge ordinaria chiamata a sostanziare l’autonomia amministrativa e finanziaria della città e a individuare le risorse adeguate, in modo da approvare entrambe. Quello sarà il cuore della riforma».